Thursday, June 12, 2014

La corda di basso


New York, estate 2003

la corda di basso


rido!

ho trovato una corda di basso stamattina difronte al Blue Note
brillava al sole spezzata
non ho potuto che prenderla
e afferratala per le estremità ho visto in una frazione di secondo
la sua ombra disegnare sul grigio asfalto un simbolo di morte di fianco al mio capo
il mio cuore ha sussultato per un attimo
e ho realizzato in quell'istante che era tempo di staccare
di fermare un processo, per un pò
il corpo fisico gridava pietà, pace, riposo

adoro le corde e gli strumenti a corda
chissà quali dita l'hanno fatta vibrare e quali impulsi le hanno guidate
è ancora viva, porta l'energia dell'essere che l'ha animata ieri notte
per l'ultima volta
il suo sudore misto a sudiciume, le sue cellule, frammenti di pelle e di unghie
forse di un nerone di Harlem incazzato nero

di rientro a casa dentro la sub camminavo le mani in tasca guardando a terra
immersa dentro
un piede dopo l'altro
uno avanti all'altro
seguendo la linea di unione di due grandi lastre di pietra
come un equilibrista
che cammina su una corda sottile
il baratro sotto

c'era un messaggio
che andavo bramando
senza sosta

poi un cancello
davanti a cui mi sono dovuta fermare
immobile, un piede allineato davanti all'altro
poi un sorriso è esploso dentro illuminando e scaldando questa mia anima

ho realizzato
l'equilibrio è tutta una questione di focus
e per i bravi e gli aspiranti la regola è
ovvia

e va bene

ora, ingorda e stronza dissacratrice, mi chiedo
è possibile riuscire a mantenere l'equilibrio
focalizzando con la stessa intensità e allo stesso momento
l'oggetto e ciò che c'è intorno ad esso?
il finito e l'infinito?
senza prospettiva?
flat uno
è possibile?
senza cadere, senza morire, senza impazzire?


Stefania Calabrese

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