New York 16 Aprile 2004, notte fonda
la corda di basso - evoluzioni
oggi ti ho ripercorsa corda
da
un'estremità all'altra ho riveduto in una mezz'ora la mia vita
questo
percorso che mi tiene così lontana e così dentro
ti
ho appesa sul muro il giorno che sei tornata qui, a me
dopo
una lunga separazione
come
mi piaci sinuoso metallo su quella superficie sporca
mi
hai parlato e continui a farlo ogni giorno
da
quel giorno di mattina presto pieno di sole
di
quasi un anno fa a West Third
che
hai capito allora?
un
anno è passato, e allora?
hai
placato in qualche modo quel processo, hai dovuto
e
ora dove sei?
sei
forte più che mai e senti che questo va a salire
la
tua forza sta crescendo
sei
in equilibrio ora
facile, ovvio
sei
focalizzata sulla corda, sui tuoi passi, uno avanti all'altro
che
brava, come gli asini, brava
tenendo
sì presente il baratro sotto e lo spazio infinito sopra e di lato
ma
il fuoco non ha lo stesso grado
oltre
il tuo passo tutto è sfocato e indistinto
c'è
la dialettica di sempre, i livelli sono separati
il
tempo e lo spazio hanno un senso
e tu chi sei?
che
cazzo sei in tutto ciò?
cos'è
questo movimento dentro e fuori che ti agita senza sosta
che ti guida?
hai
lasciato il volante di questa macchina
non
sei più tu a guidare
va
al di là di te, è più forte
e
ti porta pericolosamente meravigliosamente con sè nelle sue evoluzioni
nella
luce e nelle tenebre
nel
cielo e nella terra
nel
finito e lungo quella linea di confine dell'infinito
che
profuma e suona per te armonie irresistibili
è lì che viaggi ora
col
cappotto però ora
forse
sei forte abbastanza per spogliartene ancora
lo
sarai comunque, se non è ora
e allora mangia tanto e buono
a gennaio 2003 ho sognato che mi sarei sposata a fine febbraio
si tratta di un matrimonio spirituale
si tratta di un matrimonio spirituale
il
matrimonio è avvenuto ed è stato fortissimo, ho letteralmente cambiato pelle
e l'involucro che mi separa dal resto, dal finito a dall'infinito, è sottilissimo, quasi impalpabile
e l'involucro che mi separa dal resto, dal finito a dall'infinito, è sottilissimo, quasi impalpabile
e come un fluido mi muovo per osmosi da una sponda all'altra
passando trapassando quella linea continuamente pericolosamente
cercando
disperatamente di acquistare equlilibrio
cercando
disperatamente di perderlo
oggi
è uno di quei giorni in cui tutto è così vicino, si curva, si inchina e mi
abbraccia, con amore
e
io non posso che abbandonarmi in questo abbraccio e perdermi in esso
fino
a non capire più chi sono, dove sono, dove disegnarmi, e come
e
questo mi spaventa terribilmente
mi
sembra di impazzire senza le mie stupide coordinate
bene,
è ciò che andavo e vado cercando: scomparire
per
lasciare spazio solo alla bellezza, all'amore che è armonia
dovrebbe essere solo e unicamente esso il motore a muovere ogni nostra azione,
pensiero, sentimento
fino
a prendere totale possesso di quel perimetro che ci piace tanto disegnare
e
nel quale ci riconosciamo, ci rifugiamo,
e
in cui inevitabilmente ammuffiamo, marciamo
perchè
ci fa tanta paura abbandonarci all'amore? danzare insieme a questo respiro
universale? perchè?
Stefania Calabrese
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