Thursday, June 12, 2014

Il mio tenero amico



New York, 29 Novembre 2005. Sera.


Il mio tenero amico.
Conversazione d'amore fra una donna e un fiore.


Un vecchio Barbarossa muore oggi inchinandosi felice alla vita.
È un inchino di pioggia d'oro polline
che magicamente tende al tenero verde di giovanissime foglie 
ancora sporche di terra.

Un fiore, un tempo non lontano di fattezze perfette,
rosso carnoso di velluto traslucente a tratti,
generosa cascata di polvere su turgidi petali 
tempestati di giallo, speranza di vita,
un'altra vita, ancora, forse,
per ripetere la magia dell'amore
che è vita, che è morte.

Oggi il mio giovane amico mi ha parlato ancora.
Mi ha raccontato del ciclo della vita.
Con una bellezza e una dolcezza che hanno mosso corde profonde.
Una voce sensuale e ferma, un sussurrio sicuro di chi sa e vuole dare.
Un invito all'ascolto, una mano tesa. Un sorriso.

Arabeschi di forme e colori
giochi di ombre e contrasti in armonia perfetta
in continuo evolversi
di vita che tende alla morte
di morte che tende alla vita
in una unica danza, un solo percorso, un solo binario
che scherzoso si rincorre per chiudere
il Cerchio
  

   
           ©Stefania Supriya Calabrese

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